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Aspetti critici nella gestione degli Scenari Espositivi da parte dell’Utilizzatore a Valle

Uno degli obblighi che l’Utilizzatore a Valle (DU) deve adempiere in ottica REACH, è la verifica della conformità allo scenario di esposizione (ES) rispetto al proprio uso e alla propria attività (sia in termini di scenario contributivo che di condizioni operative, OC, e misure di gestione del rischio, RMM).

Secondo il Regolamento REACH, per Utilizzatore a Valle si intende ogni persona fisica o giuridica stabilita nella Comunità diversa dal fabbricante o dall’importatore che utilizza una sostanza, in quanto tale o in quanto componente di una miscela, nell’esercizio delle sue attività industriali o professionali.

Tra le difficoltà che solitamente il DU incontra nell’adempimento dei propri obblighi, si rileva in particolare:

  • Informazione, formazione e competenze delle risorse umane aziendali cui spetta il compito dell’analisi degli ES ricevuti. Conoscenza del linguaggio tecnico (“descrittori d’uso”) e dei principi alla base della valutazione della sicurezza chimica sui quali è stato costruito lo scenario (modelli di stima dell’esposizione) e che riguardano generalmente il Regolamento REACH;
  • Diversa logica di valutazione con cui è stato redatto lo ES dal Registrante rispetto a quella applicata nella valutazione dei rischi ex D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. da parte del DU, con la necessità di un coordinamento tra le differenti figure coinvolte;
  • Complessità, voluminosità, struttura non standardizzata degli ES;
  • Potenziale disallineamento tra ES, per la stessa sostanza, ricevuti da fornitori differenti;
  • Aggiornamenti successivi della SDS e dei relativi ES che comportano la necessità di una nuova completa valutazione;
  • Tempi definiti per la valutazione dell’ES, per la negoziazione con il Fornitore di eventuali modifiche, per l’attuazione delle misure richieste o per la stesura di una propria valutazione della sicurezza chimica (DU-CSR);
  • ES di miscele costituiti, al momento, dalla semplice somma degli ES dei componenti, ma senza una chiara definizione di come debbano essere fatti. Negli ultimi anni sono stati individuati due diversi approcci differenti per la realizzazione di ES per miscele, ovvero SUMI (Safe Use of Mixture Information), e LCID (Lead Component Identification);
  • Infine, la revisione continua delle linee guida ECHA implica la modifica o l’aggiornamento della documentazione consolidata, per rispondere alle diverse esigenze che emergono dalla rilettura del Regolamento da parte di ECHA. In realtà, le difficoltà che incontra il DU non sono concettualmente diverse da quelle che incontreranno gli Organi di Vigilanza che, in caso di ispezione REACH alle Aziende, dovranno orientarsi nell’incertezza legata alle numerose versioni delle linee guida ECHA pubblicate negli anni. In questa situazione non è difficile prevedere un potenziale contenzioso tra le parti generato proprio dalle incertezze sopra descritte.

Lo scenario di esposizione e gli utilizzatori a valle

Lo scenario di esposizione è un documento prodotto dal dichiarante in fase di registrazione di una sostanza e descrive le condizioni che assicurano un adeguato controllo dei rischi di tutte le fasi del ciclo di vita di una sostanza per tutti gli usi identificati. Consente, applicando le condizioni operative (OC) e le misure di gestione del rischio (RMM), di ridurre i rischi per i lavoratori, i consumatori e l’ambiente.

Lo scenario di esposizione è richiesto nella scheda dati di sicurezza (SDS) per le sostanze che sono registrate e prodotto in quantità maggiori di 10 ton/anno (e quindi è stata redatta una valutazione sulla sicurezza chimica) e sono pericolose. Per le miscele il fornitore ha la possibilità di comunicare le informazioni derivanti dagli scenari di esposizione delle singole sostanze in diversi altri modi.

L’utilizzatore a valle deve verificare se lo scenario di esposizione, se allegato alla scheda dati di sicurezza, copre il proprio uso della sostanza e l’uso da parte dei suoi clienti (se si tratta di un formulatore). Quindi l’utilizzatore a valle, ad esempio il formulatore di pitture e vernici, dovrà verificare come viene utilizzata la sostanza nei propri siti produttivi, per quali scopi la sostanza viene utilizzata, in quali processi, in che forma e in che quantità, in quali condizioni operative e quali sono le misure di gestione del rischio applicate per proteggere i lavoratori e per controllare le emissioni in ambiente. Deve inoltre verificare gli usi previsti per le miscele prodotte lungo tutta la catena di approvvigionamento, ovvero gli usi da parte dei clienti diretti, da parte di altri miscelatori nella catena e da parte degli utilizzatori finali.

Se ad esempio l’uso/condizioni d’uso non sono coperti, si dovrà modificare le condizioni di utilizzo, adattando le OC e RMM alle indicazioni dello scenario o raccomandare ai propri clienti le condizioni d’uso appropriate per garantire un uso sicure. È inoltre possibile richiedere al proprio fornitore di valutare l’uso e inserirlo tra gli usi identificarti. Oppure cercare un fornitore che copra quell’uso nello scenario. Alternativamente è possibile preparare una propria valutazione della sicurezza.

Nel caso di miscele, i formulatori devono estrarre le informazioni rilevanti ai fini dell’uso sicuro dagli scenari di esposizione delle sostanze che compongono la miscela e comunicarle ai loro clienti a valle. Nella realizzazione degli scenari di esposizione di miscele, i metodi più diffusi sono due:

  • Metodo “top-down”, in cui le OC e le RMM per l’uso sicure della miscela vengono identificate prendendo a riferimento lo scenario di esposizione dei componenti più pericolosi
  • Metodo “bottom-up”, nel quale le informazioni sull’uso sicuro della miscela vengono confrontate ed integrate con gli scenari di esposizione dei singoli componenti.

Risulta quindi obbligatorio fornire, anche nel caso di miscele, ai propri clienti le informazioni derivanti dagli scenari di esposizione delle proprie materie prime.